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BLOG TOUR: Intervista ad Aria M.

Ciao e benvenuta nel blog. Oggi il nostro blog parteciperà all’ultima tappa del blog tour per ACE – Punto al cuore, dedicata all’intervista all’autrice. Ti ringraziamo in anticipo per la tua collaborazione.

Chi è Aria M. nella vita di tutti i giorni?
Aria nella vita di tutti i giorni è Monica. Mamma, moglie, figlia e amica un po’ incasinata.

Cosa ti ha portato a iniziare a scrivere?
Un lutto. Ho sempre letto tanto, ma nel momento in cui non sono riuscita a esternare ho provato a trasformare in parole il mio dolore.
In quel momento è nata Aria M., anche se inconsapevolmente.

Scrivere per te è…
Rifugio.
Cura.

Hai un libro che ogni tanto senti il bisogno di rileggere?
I miei.
Spesso vengo travolta dagli eventi, e dimentico il modo in cui ho percorso la mia strada; il punto dal quale sono partita e dove mi sta conducendo.
Ripercorrere quel cammino spesso mi da la spinta per andare avanti.

Come nascono le tue storie?
In realtà basta poco.
Una foto, un ricordo, un profumo.
Love Inside è nato grazie a un gioco delle mie bambine, ad esempio.

Cosa ti rimane difficile da scrivere in una storia?
Ci sono dolori e dinamiche della vita dei miei personaggi che io ho vissuto in prima persona.
Riviverli attraverso loro non è mai facile.
Ti ritrovi catapultata in un tempo in cui eri una persona diversa, in cui la tua vita era diversa, e la consapevolezza di quanto è imprevedibile la vita, di quanto certe mancanze siano per sempre, ti porta a chiederti “chi sei ora?”.
A chiederti se ti piace la persona che sei diventata.

Cosa provi quando inizi a scrivere una nuova storia?
Inizialmente, eccitazione e frenesia.
La storia è ben chiara in testa e vorrei solo scrivere, scrivere e scrivere per arrivare quanto più velocemente possibile alla fine.

Cosa provi quando scrivi la parola fine a un libro?
Sollievo e paura.
Principalmente paura. Perché la fine del libro coincide con il fatto che quel libro presto diventerà del lettore, e la domanda è solo una: “Sarò all’altezza delle aspettative?”.
Questo, la transizione da mio a “vostro”, è un processo che mi prova tantissimo.

Se ti chiedessi di usare un aggettivo per descrivere ogni tuo libro?
Più che ad un aggettivo penso sempre un avverbio di tempo: ancóra.
Ancóra un altro passo, un altro tassello; ancóra un’altra sfida che riesco a superare contro me stessa, ancóra un altro pezzo di Aria che regalo a chi mi segue.

Come descriveresti i tuoi personaggi?
I miei personaggi sono sempre un riflesso, o un insieme di caratteristiche, di ciò che sono.
Nel bene e nel male.
Una persona è formata da aspetti positivi e negativi, e io cerco sempre si rendere reali i personaggi, anche se poi i contesti sono discostanti dalle realtà in cui noi viviamo.
Noi, però. Non possiamo sapere se esistono persone, stile “Kane” per esempio, in giro per il mondo.

Quanto c’è di te nei personaggi di cui scrivi?
Eh, parecchio. E non so se è un bene o un male.
I valori, senz’altro; famiglia e amicizia devono assolutamente essere presenti nella vita dei miei personaggi.
Gli sbagli, le colpe, i sogni, le speranze, la forza. Le perdite, il coraggio, il tempo.
Fa tutto parte della mia vita e, di riflesso, di quella dei miei personaggi.

Leggendo e scrivendo ogni tuo libro noti un cambiamento nel tuo modo di scrivere?
Fortunatamente, sì.
E non solo. Nella fase di scrittura quella linea che separa Aria dai protagonisti, man mano che passa il tempo, diventa sempre meno marcata.
I sentimenti diventano più profondi, al punto tale che alcune volte fermarmi e metabolizzare quello che sta succedendo diventa una necessità.

Se ti chiedessi di convincermi a leggere un tuo libro cosa mi diresti e quale libro mi consiglieresti?
Niente. Non ho mai cercato di convincere qualcuno a leggere un mio libro.
Non sono una di quelle persone che si auto pubblicizzano, elogiando i propri libri. Ti posso dare un input, parlandoti della storia, però la tua scelta non deve essere influenzata dalle mie parole.
I miei personaggi parlano per me, in positivo o in negativo.

C’è un genere che non riusciresti mai a scrivere? Perché?
Per ora ci sono diversi generi che non mi sento di scrivere. Alcuni perché non li leggo, altri perché non li sento nelle mie corde.
Ma mai dire “mai” nella vita.

Per scrivere cerchi il silenzio assoluto o ti piace sentire musica?
A casa mia la parola “silenzio” perde il suo significato.
La musica rende sovrana, e anche quando scrivo di notte nelle cuffie non manca mai.

Cosa ti piacerebbe scrivere?
Una bella serie fantasy, e una saga regency.
Chissà, più avanti.

Con chi andresti a cena tra i tuoi personaggi?
Con i personaggi futuri, quelli che sono nella mia testa e ai quali farei diecimila domande.
Almeno così nessuno si offende.

Il tuo colore preferito?
Verde ottanio.

Il tuo cibo preferito?
Le melanzane e la pizza

La tua canzone preferita?
Non ho una canzone preferita.

Come ti vedi tra dieci anni?
Spero di esserci, innanzitutto, e non è importante come mi vedo, ma con chi e dove mi troverò.

Progetti per il prossimo futuro?
Andare avanti con le serie, magari accorciando il tempo di pubblicazione tra un libro e l’altro.

Un’ultima domanda: cosa ti senti di consigliare a chi ha intenzione di buttarsi nell’avventura dello scrivere?
L’unico consiglio che mi sentirei di dare sarebbe quello di non smettere mai di avere fame: di sapere, di migliorare, di superare i limiti che, spesso, per paura ci poniamo.
Di andare sempre avanti, nonostante tutto.

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